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Borracce, zaini e bottigliette di Coca Cola
Una storia dell’idratazione nell’ultrarunning
Dunque, un po’ di storia.
A metà anni Novanta Marco Olmo si trova nella sua stanza di Robilante (Piemonte) a pensare alla logistica della sua prima corsa nel deserto: la Marathon des Sables. Senza pensarci troppo prende ago e filo e cuce due porta-bottigliette sugli spallacci del suo zaino, forse un Invicta.
Da lì a qualche anno un marchio di attrezzatura francese farà di quell’intuizione la propria cifra, aprendo anche una linea di prodotti progettati in collaborazione con Olmo. Nessuno lo vide però mai correre con uno di quegli zaini, restando fedele ai suoi prototipi. «Chi progetta gli zaini non li usa» dichiara sprezzante in un’intervista. Fatto sta che Olmo è stato uno dei primi a utilizzare sistematicamente un sistema di idratazione che oggi viene usato da tutti i brand di attrezzatura da corsa, da scialpinismo e da montagna.
Ma l’ult